Aldo Pompermaier - attività politica e istituzionale | ||||||||
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Trento, 16 gennaio 2018 Mi fa piacere che lei, caro Malossini, cronista al tempo dei fatti, abbia ricordato nell’editoriale di domenica il grande passo compiuto dalla comunità nella gestione dei rifiuti. Dall’ipotesi dell’inceneritore a Ischia Podetti si è passati a una raccolta differenziata spinta. Mi fa piacere inoltre sia stato ricordato il consigliere dell’allora Margherita, Luigi Merler, come uno fuori dal coro che contrastava la costruzione del grande impianto. Vorrei però rammentare come ci fu anche un assessore comunale all’ambiente che con testardaggine mise in campo il piano rifiuti: il cosiddetto «porta a porta» che diede la definitiva spallata all’inceneritore. In Consiglio comunale, quando portai la delibera, trovai una strenua opposizione proprio nel partito di Merler (e di Dellai, all’epoca governatore e sostenitore dell’inceneritore). Per quanto concerne l’allora sindaco Pacher, con il senno di poi, penso che non fosse proprio convinto dell’impianto. Lo affermo perché penso che, nel caso, non avrebbe dato di certo l’assessorato ai rifiuti al sottoscritto, noto «antiinceneritorista». Non solo, mai avvisai un atteggiamento del sindaco che mi facesse capire che dovevo stare più «calmo»; mi lasciò scegliere pure il consulente, a sua volta consigliatomi da Adriano Rizzoli di Nimby (altro grande personaggio che contribuì all’affossamento dell’impianto). Con trepidazione e timore temevo che la comunità non ci seguisse. Fu invece un successo, anche se non privo di ostacoli. Man mano che incontravo i cittadini capii però che la strada intrapresa era quella giusta, che Trento avrebbe potuto diventare, come poi si è puntualmente verificato, un capoluogo tra i primi a gestire i rifiuti attraverso il «porta a porta» e con la prospettiva, realizzata successivamente dal mio successore Michelangelo Marchesi, della tariffa puntuale (più si produce indifferenziato più si paga). I protagonisti furono proprio i cittadini i quali, pur con i dubbi che ogni cambiamento produce, trovarono il piano credibile. Per la verità il progetto prevedeva anche un capitolo specifico per la riduzione dei rifiuti, che mi pare sia rimasto al palo. Bravi e lungimiranti per aver evitato un impianto dannoso per la salute e le tasche, ma non mi soddisfa che la nostra valvola di sfogo sia oggi l’inceneritore di Bolzano. Occorre una ripresa del piano rifiuti attraverso un incarico interno all’amministrazione come si fece allora affidandolo all’ingegner Fedrizzi che non finirò mai di ringraziare (assieme al suo dirigente Segata). Bisogna riprendere i contatti e fare accordi con gli operatori economici come facemmo per eliminare le buste di plastica. Aldo Pompermaier Caro Pompermaier, La ringrazio della sua lettera con cui si completa il ragionamento che ho cercato di fare domenica. Giusto e doveroso ricordare chi si è battuto nel corso del tempo per sensibilizzare i cittadini sul tema della gestione dei rifiuti. A me interessava evidenziare, a distanza di diciotto anni da quando apparve lo spettro del mega-inceneritore, soprattutto un aspetto: solo con il confronto alla fine si riesce a trovare la strada migliore. Non esistono, insomma, verità precostituite. La gestione dei rifiuti attraverso l’inceneritore venne fatta passare come l’unica soluzione possibile per il Trentino; chi chiedeva di considerare anche altre esperienze per poi sposare quella migliore veniva tacciato di perseguire interessi personali, di appartenere a chissà quale tipo di lobby. In quegli anni si arrivò addirittura a cambiare le carte in tavola, peraltro in maniera goffa, pur di difendere l’inceneritore. Il tempo alla fine ha scritto, fortunatamente, un’altra storia. La comunità ha saputo andare oltre la volontà di una certa politica accettando una sfida – quella del porta a porta – che come lei scrive non è però ancora compiuta. Sedersi sugli allori potrebbe vanificare quanto di buono fatto sino a oggi. Luca Malossini
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